Il giardiniere, di Jonathan Evison

La migliore sorpresa di questo lungo e lento 2020 si chiama Il giardiniere, primo romanzo tradotto in italiano dell’americano Jonathan Evison che con feroce disincanto e tanta ironia mostra la corda del sogno a stelle e strisce e il limite di un’esistenza pensata  unicamente al soldo dei soldi.

Mike Munoz fa suo il refrain di Pepe Mujica “veniamo al mondo per essere felici” e in una società cinica, spietata e fondamentalmente indifferente, sgomita per riuscire a trovare se stesso: dentro alla passione per il giardinaggio; dentro ai limiti di una famiglia “al limite”; dentro alla passione per la letteratura; dentro alle proprie pulsioni che ancora deve imparare a decifrare e accettare.

Un libro bukowskiano, imperdibile per gli amanti di Chinaski e dei losers che la vita confina ai margini, scritto in tono confidenziale e intimista, ma dove l’umorismo non stempera mai la portata drammatica della realtà sociale in cui si svolge la vicenda, perché se la vita ti regala merda, l’unica via d’uscita è usarla come fertilizzante!

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